ERMENEGILDO FRIONI testo2 - giovannabenzi

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ERMENEGILDO FRIONI
FriArte Roma


Giovanna Benzi, attraverso le forme del vento, intreccia paesaggi aerei di mirabile bellezza, invitandoci a tornare bambini, a guardare a testa in su. Con virtuosismi di segno e colore, realizza opere in cui il cielo e le nuvole diventano protagonisti di paesaggi celesti in cui un silenzio di metafisica memoria crea un ideale immaginario di quiete. L’artista guarda con curiosità ed interesse ai grandi artisti del passato e ai moderni, per raccontarci con un proprio linguaggio la sua oasi di bellezza che è, fondamentalmente, un cammino di ricerca interiore, uno spiraglio di salvezza cercato al di là della contingenza del quotidiano. È sempre difficile scrivere qualcosa di nuovo per un artista, soprattutto quando già i critici che se ne sono occupati hanno saputo cogliervi con estrema finezza, il senso più profondo del suo lavoro. Mi è facile però constatare come il lavoro di Giovanna Benzi viva di metafore, nascondendo all’osservatore distratto, come dietro una nuvola, tutto un mondo interiore dove si scuotono i sentimenti, dove gioia e paura hanno il confine incerto. Pittura come metafora della vita, dunque, della volontà di andare oltre, dal finito verso l’infinito, dal rapporto col mondo verso la solitudine. Solitudine intesa come espressione di libertà, pedaggio da pagare per ottenere l’accesso, anche breve, ad una dimensione differente dall’ordinarietà del quotidiano. Così nascono queste opere di straordinaria bellezza in cui la ripetizione del soggetto è esercizio di stile, studio poetico su uno stesso tema che si presenta, grazie alla capacità pittorica di Giovanna Benzi, in maniera sempre diversa. Del resto non sono forse le nuvole il “luogo” dove si depositano tutte le forme del mondo?
© Friarte 2020
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